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Casa Florio. La Palazzina dei Quattro Pizzi all’Arenella

ℹ️ È possibile visitare Casa Florio con noi, durante le nostre periodiche aperture straordinarie (serali o domenicali). 
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Il complesso della Tonnara dell’Arenella ha origini molto antiche, come del resto il sistema di pesca a cui faceva riferimento. Fu acquistata nel 1830 da Vincenzo Florio, che ne commissionò la trasformazione all’amico e collaboratore Architetto Carlo Giachery. 

Nacque così l’edificio denominato “I Quattro Pizzi “, palazzina quadrangolare neogotica, così chiamata per le quattro guglie che la sovrastano. Unico edificio neogotico, questo, costruito da Giachery, i cui interessi erano rivolti piuttosto a progetti funzionali di architettura industriale nonché allo studio di nuovi materiali.

L’ inusuale progettazione richiama un Gotico inglese, addolcito da una romantica scenografia mediterranea. Allo stesso Giachery nel 1852 fu commissionato il mulino a vento per la macina del sommacco, sempre inserito nel complesso dell’Arenella, da cui si estraeva il tannino, allora oggetto di fiorente commercio in Sicilia. 

Una parte del complesso veniva adibita ad abitazione per i fine settimana e molte personalità illustri vi furono ospitate, non ultima la Zarina di Russia, durante il suo soggiorno a Palermo. 
Quest’ultima se ne innamorò talmente da fare riprodurre fedelmente “I Quattro Pizzi” a Snamenka, vicino a San Pietroburgo, sulle rive del golfo di Finlandia, nel parco della sua residenza estiva di Peterhof che, in memoria di Palermo, chiamò “Renella”.
Finito il periodo aureo, Vincenzo Florio si ritirò nella Tonnara dell’Arenella con la sua famiglia, eleggendola a propria dimora. La Tonnara rimase in funzione sino ai primi del Novecento: essendo poi cambiata la rotta dei tonni, chiuse definitivamente l’attività di pesca.

I FLORIO


Quella dei Florio è la storia appassionante e drammatica di una grande famiglia di imprenditori e mecenati, vissuti a Palermo negli anni a cavallo fra il XIX e il XX secolo, che ha modificato il corso della storia della Sicilia. Tutto ha origine a partire dal 1786, quando a Napoli si incontrano il bagnaroto Paolo Florio e il palermitano Giovanni Custos.
Nella loro storia, in una Palermo che non esiste più, ci sono ricchezza e dissesto, malattie, nascite, lutti, vizi, sontuosi ricevimenti con re e regine, imperatori e imperatrici, zar e zarine.
C’è il mondo dell’alta finanza con i Rothschild, i Morgan, i Lipton.
Lo splendore della famiglia Florio raggiunge l’apice della potenza con Vincenzo I e si consolida con Ignazio senior. Fino agli ultimi eredi, Ignazio junior e Vincenzo III, con i quali calerà il sipario sulla movimentata storia della famiglia. In primo piano Donna Franca Florio, celeberrima moglie di Ignazio Junior, toccata dal successo ma anche da tanto dolore. È una delle “dame di Corte” più influenti d’Italia fino all’avvento del fascismo. Donna di forte temperamento, giustifica persino i tradimenti del marito. La scomparsa di tre figli in poco più di un anno la conduce alla depressione e porta il marito Ignazio al pessimismo schopenhaueriano: “Dio mi perdoni, comincio a dubitare della giustizia, di tutto”.<

VINCENZO FLORIO

Giovane, bello, ricco, estroso, colto e moderno, Vincenzo Florio fu un indimenticabile eroe del Novecento Italiano. Nato a Palermo, il 18 marzo 1883 da Giovanna D’Ondes Trigona e Ignazio Florio senior, fu un grande appassionato d’arte e artista egli stesso, imprenditore, inventore dalla vena inesauribile, editore, grande sportivo, pilota d’auto e di arei, amante della bellezza e cultore del bello. Al suo genio creativo si devono moltissime innovazioni e invenzioni, la più importante delle quali è la celeberrima “Targa Florio”. Il 6 gennaio 1959, vinto da una grave malattia, muore a Epernay in Francia e la notizia della sua scomparsa si diffuse rapidamente e tristemente in tutto il mondo. Oggi il suo nome è nella leggenda.

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