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Palazzo Francavilla

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Il palazzo nobiliare che si affaccia sul Teatro Massimo di Palermo

palazzo francavilla palermo foto vincenzo russo terradamare

Palazzo Francavilla sorgeva nel 1783, in una città oggi inimmaginabile, in quella che era la campagna palermitana; acquistato poi nel 1801 da Saverio Oneto e Gravina Duca di Sperlinga.
La dimora ebbe grandi vantaggi dall’ampliamento della città avvenuto nel 1778, divenendo, così, da modesta abitazione di campagna, una delle strutture nobiliari più interessanti del panorama artistico siciliano.
Il suo ingresso si trova nell’attuale via Ruggero Settimo e si affaccia su Piazza Verdi, a fianco al tempio lirico della città, l’imponente Teatro Massimo.

Nel 1893 Luigi Majorca e Mortillaro Conte di Francavilla erede dei Duchi di Sperlinga incaricò  il Basile di riformulare il palazzo, seguendo i canoni del tempo.
Si impegnò, quindi, a ridisegnare la facciata e i due grandi atri, disegnò i mobili della sala d’ingresso e le vetrine dove sono esposti i vestiti delle dame e dei nobiluomini della famiglia.
Vi collaborarono anche artisti come  Rocco Lentini, che inserì, nel salone che fungeva da sala da ballo, una fascia di medaglioni di teste muliebri e maschili; Luigi Di Giovanni,  con pitture di paesaggio e Giuseppe Enea con diversi affreschi. Al suo interno si trovano anche i mobili della ditta Ducrot, le lettighe del Settecento e dell’Ottocento, pregiati arredi, opere del Patania, trionfali monetari, vasi giapponesi, ceramiche di Capodimonte, scenografici lampadari.

palazzo francavilla palermo foto vincenzo russo terradamare

Percorrendo il piano nobile, ci si lascia avvolgere immediatamente dal calore della biblioteca, splendido esempio di arte liberty, scrigno nel quale sono raccolti  ex libris, dove sono incise le armi dei Duchi di Sperlinga e dei Marchesi di Villarena, con dettagli eleganti e raffinati.
Luogo in cui respirare decisamente un’atmosfera da favola, incantarsi dalla meraviglia dei colori leggiadri, è il giardino d’inverno, decorato interamente a trompe l’oeil, dando, così, l’illusione di  trovarsi in un lussureggiante giardino della flora mediterranea, capolavoro di Giuseppe Enea.

Il susseguirsi dei saloni, le loro delicate caratteristiche ornamentali variegate, sono l’emblema di una città che si trasforma, che omaggia la natura, attraverso decorazioni floreali, tralci che si nascondono tra i dettagli di splendidi manufatti, di una città che esce dalle sue mura, divenendo eterea e immensa.

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foto: Vincenzo Russo | Terradamare

 

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