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Torre di San Nicolò. XIII sec. La Torre medievale a pochi passi dallo storico Mercato di Ballarò

CALENDARIO APERTURE

LUGLIO 2023 – VISITE AUTONOME MATTUTINE
.sabato 29 luglio dalle 10 alle 13
.sabato 26 agosto dalle 10 alle 13 
Ticket € 5 (bambini 5/10 anni €3)
→ info qui

TRAMONTI

.giovedì 3 agosto ore 19:30
.giovedì 24 agosto ore 19:15
.giovedì 31 agosto ore 19:15
.giovedì 7 settembre ore 19:00
.giovedì 14 settembre ore 19:00
.giovedì 21 settembre ore 18:30
.giovedì 28 settembre ore 18:30

→ info qui

APERTURE STRAORDINARIE SERALI CON VISITA GUIDATA:
.giovedì 10 agosto Notte di San Lorenzo dalle 18 alle 21
info qui

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Infoline: 3478948459 –  3207672134  – eventi@terradamare.org 
La Torre di San Nicolò è visitabile anche su prenotazione per gruppi privati
Informazioni: 3478948459 –  3207672134  – eventi@terradamare.org 

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Torre di San Nicolò. XIII sec. La Torre medievale a pochi passi dallo storico Mercato di Ballarò

Torre di S. Nicolò di Bari all’Albergheria del XIII sec.

 

Attaccata alla chiesa sorge una slanciata costruzione quadrangolare con conci ben squadrati, si tratta della trecentesca torre civica facente parte del sistema difensivo della città. Fatta edificare dalla universitas palermitana per difendere le mura del “Cassaro”, non faceva parte delle strutture della chiesa ma risultava svincolata ed isolata. “Torre d’eccellenza”, forse la più alta di Palermo, perduto il significato di difesa, se ne volle ingentilire e perdere il suo austero aspetto,
applicandole al secondo livello delle bifore arricchite da una cornice d’intarsi.
La torre, articolata in quattro livelli, è stata edificata con pietrame a grossi conci, utilizzando massi tufacei squadrati, che le conferiscono una linea rigorosa e severa.
Sicuramente, tra gli elementi principali che caratterizzano la Torre, è il superbo paesaggio che è possibile ammirare dalla sua terrazza, da destra verso sinistra i monumenti del centro storico di Palermo: Cupola della Chiesa del Carmine Maggiore e Mercato di Ballarò, Cupola Chiesa del Gesù, cupola Chiesa di Santa Caterina D’Alessandria, cupola Chiesa di San Giuseppe dei Teatini, Castello Utvegio e monte Pellegrino, cupola Chiesa di Sant’Ignazio, Teatro Massimo, Cupola chiesa Santissimo Salvatore, cupola Chiesa di Santa Chiara, Liceo Benedetto Croce(ex Ospedale Fatebenefratelli), Palazzo Conte Federico, Palazzo Sclafani, Cattedrale, Porta Nuova, Palazzo Reale, Chiesa di San Giuseppe Cafasso, Chiesa di San Francesco Saverio.

 

Tra gli elementi principali che la caratterizzano vi è il superbo paesaggio che è possibile ammirare dalla terrazza della Torre trecentesca: tutti i monumenti del centro storico dall’alto, la vista più bella di Palermo 

Attaccata alla chiesa di San Nicolò sorge una longilinea costruzione quadrangolare con i conci ben squadrati, si tratta della trecentesca torre civica facente parte del sistema di trasmissioni. Fatta edificare dalla universitas palermitana per difendere le mura del “Cassaro”, non faceva parte delle strutture della chiesa, ma risultava slegata ed isolata. Torre d’eccellenza, forse la più alta di Palermo, perduto il significato di difesa, a causa dell’ampliamento urbanistico della città, successivamente si volle ingentilire e perdere il suo austero aspetto. Infatti, si applicò al secondo livello, delle bifore con l’applicazione d’intarsi, esse si caratterizzano per la semplicità del disegno e le severe proporzioni e la bellezza plastica, che indicano un preciso linguaggio artistico, una sperimentazione che nelle finestre dello Steri avrà la sua compiutezza.
La costruzione della Torre deve farsi risalire alla stessa epoca della fondazione della chiesa: XIII secolo.
Poco prima del 1518, sacrificando una bifora dell’ultimo piano, di cui si era già arricchita, vi fu apposto un orologio come riferiscono i registri del Senato palermitano e costituiva uno dei tre orologi della città, insieme a quelli di Sant’Antonino Abate e di Santa Lucia al Borgo.

Questi battevano la “castiddana” per annunciare agli artigiani di chiudere bottega e alla popolazione di non vagabondare più per le strade senza preventivo permesso di un magistris civico, pena il pagamento di cinque onze se intercettati dalla ronda , perché a quell’ora venivano chiuse le porte della città. La “castiddana” (castellana) constava nel rintoccare cinquantadue colpi di martello alla campana alle due di notte, corrispondenti alle due ore dopo l’Avemaria, con la quale, secondo il conteggio “all’italiana”, aveva inizio il nuovo giorno.
Oggi questo orologio non è più visibile, è stato tolto durante i restauri del XX secolo riottenendo l’antica monofora e, nemmeno la guglia della torre, eliminata in seguito ai danneggiamenti inferti dal terremoto del 1726

La torre composta da quattro livelli è stata edificata con pietrame a grossi conci, utilizzando massi tufacei squadrati dandogli una linea rigorosa ed severa.
Il primo livello dà la possibilità di entrarvi da un pianoro, mentre il primo piano introduce alla canonica della chiesa, è formato da un modesto vano quadrato coperto da volte a crociera, da questo si diparte una scala in muratura che porta al piano successivo.
Dal secondo piano, che risulta essere quadrato come quello inferiore e coperto a crociera, si dipana una scala elicoidale del periodo medioevale che oltrepassa gli altri due piani per giungere sul tetto, dove attualmente sono presenti le campane della chiesa di San Nicolò, ancora Parrocchia del quartiere.
Sicuramente, tra gli elementi principali che caratterizzano la Torre, è il superbo paesaggio che è possibile ammirare dalla sua terrazza, da destra verso sinistra i monumenti del centro storico di Palermo: Cupola della Chiesa del Carmine Maggiore e Mercato di Ballarò, Cupola Chiesa del Gesù, cupola Chiesa di Santa Caterina D’Alessandria, cupola Chiesa di San Giuseppe dei Teatini, Castello Utvegio e monte Pellegrino, cupola Chiesa di Sant’Ignazio, Teatro Massimo, Cupola chiesa Santissimo Salvatore, cupola Chiesa di Santa Chiara, Liceo Benedetto Croce(ex Ospedale Fatebenefratelli), Palazzo Conte Federico, Palazzo Sclafani, Cattedrale, Porta Nuova, Palazzo Reale, Chiesa di San Giuseppe Cafasso, Chiesa di San Francesco Saverio.


Chiesa e Torre di San Nicolò di Bari all’Albergheria
La chiesa e la Torre campanaria si trovano nel quartiere Albergheria, uno dei quattro quartieri che formavano la parte della città esterna alle mura del Cassaro, il primitivo nucleo di Palermo.
Esso si estese intorno ad una strada principale longitudinale, parallela a un corso d’acqua a regime torrentizio, il fiume Kemonia o del Maltempo, oggi non più visibile e in direzione del porto; questa strada superava un grande spazio oblungo dove venne impiantato il mercato storico di Ballarò, verso cui convergevano le principali vie di attraversamento del quartiere.
Le diverse ricostruzioni della città, il sotterramento del fiume, le manipolazioni urbanistiche rendono difficile leggere l’originario contesto dei due siti monumentali, sorti in un’epoca in cui il contesto urbano era notevolmente minore rispetto a quello attuale.
Le notizie sulla fondazione della chiesa per molto tempo sono state particolarmente contraddittori, molti storici, come Fazello, l’Inveges ed altri furono d’avviso che la sua fondazione fosse databile al 1400 e si dovesse alla Regina Bianca.
Fu il Mongitore a demolire tale data, riportando alcuni documenti fondamentali.
Primo, fra tutti, nel testamento, di una certa Alemanna palermitana, moglie di Bonifacio Sperlinga, la chiesa era chiamata S. Nicolò dei Latini (DATA 13 MARZO 1295).
Altro documento, imprescindibile per desumere la data della fondazione della chiesa sono gli atti del notaio Federico di Balbi palermitano, in quest’atto Natale di Centorbi cappellano della chiesa donò una sua vigna all’ordine Teutonico e in tale atto la chiesa è denominata come “Nuova” (20 marzo 1292)
Inoltre, da uno studio di G. M. Columba del 1934, sappiamo della presenza di un cimitero di San Nicolò presente nel 1259.
Dunque, tutt’al più, essa fu ingrandita ed abbellita nel 1400 dalla Regina Bianca, moglie del Re di Sicilia, Martino e arricchita di beni, i cui redditi, probabilmente, servivano al mantenimento di due canonici del Capitolo della Cattedrale incaricati di amministrare i sacramenti alla numerosa popolazione del quartiere.
Da tutti questi documenti, quindi, possiamo desumere una data che và dal 1250 circa.
L’impianto della chiesa è basilicale, a tre navate, concluse da tre absidi semicircolari. L’intera struttura è realizzata in conci di tufo, ancora visibili nella struttura esterna, come le colonne che originariamente sostenevano la struttura.
Le colonne vennero inglobate in pilastri, nel colossale restauro del 1715, voluto dal parroco Giuseppe Tomas Castelli,che stravolse totalmente l’immagine della chiesa in “stile gotico bizantino”, come riportato da Salvatore Lanza di Trabia e il Cavalier Rosario Salvo di Pietraganili nel “Palermo e dintorni” del 1875.
Ristrutturata nel 1715 ad opera del parroco Giuseppe Tommasi Castelli e nel 1724 riaperta ai fedeli, dal 1779 al 1805 appartenne alla chiesa di Casa Professa dei PP: Gesuiti. ( in questo periodo copertura originario tetto a capriate lignee) 

 

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