Una rassegna di quattro appuntamenti per vivere la celebre dimora in modo inedito: due appuntamenti con visite e aperitivo e due con visite e spettacolo del fuoco, che si svolgeranno all’aperto, nel grande giardino che circonda Villa Palagonia
Si racconterà la splendida dimora nobiliare voluta dal Principe di Palagonia, conosciuta come la “Villa dei Mostri” per le misteriose statue di cui è circondata. Resa celebre da Goethe nell’epoca del Sicilia Grand Tour, affascinò artisti come Dalì, Guttuso e Giuseppe Tornatore che vi girò il suo film Baarìa.
Un racconto pieno di meraviglie, tra le quali lo scalone monumentale a doppia rampa in marmo di Billiemi, l’enigmatica “Sala degli Specchi” con il suo gioco di sovrapposizioni tra magia e realtà, gli affreschi settecenteschi raffiguranti le Fatiche di Ercole e i “mostri” che circondano la villa
Il menù degli aperitivi
Cous cous verdure tonno lime e curcuma
Caponata melenzane e scaglie di mandorle
Frittata con primo sale e patate
Acqua naturale e frizzante
Calice di vino o prosecco
Lo spettacolo del fuoco
Una performance di teatro-danza col fuoco a cura de I Fuocolesi
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La storia di Villa Palagonia si inserisce su più livelli di narrazione, conosciuta come splendida dimora nobiliare, costruita a partire dal 1715 per conto di Ferdinando Francesco I Gravina Cruyllas, principe di Palagonia, ad opera dell’architetto Tommaso Maria Napoli e, altrettanto celebre, per le storie connesse alle misteriose statue raffiguranti figure mostruose che circondano la villa.
Quest’ultima aggiunta, cosi suggestiva ed emblematica, causa della denominazione della villa come Villa dei mostri, si deve all’omonimo nipote Ferdinando Francesco II, detto Il negromante.
Ma al di lá dell’alone di mistero, resta eccezionale il patrimonio artistico della dimora bagherese.
Difatti, dall’impressionante facciata principale, animata da uno scenografico scalone a doppia rampa, si giunge al piano nobile.
Come un percorso iniziatico, il visitatore resta incantato dal vestibolo di forma ellittica fatto affrescare alla fine del Settecento con scene raffiguranti le Fatiche di Ercole.
Questo spazio è il proscenio dell’eccezionale Sala degli specchi, un grande salone di forma quadrangolare con il soffitto ricoperto da specchi posizionati con angolature varie in modo da, in un gioco di sovrapposizioni tra magia e realtà, riflettere e deformare i presenti e contemporaneamente rendere unico questo spazio di altri tempi.