i Proponiamo questo tour a Palermo nella nostra offerta scolastica, su prenotazione
INFO: Dott. ssa Rosalia Ceruso 320.7672134 | www.terradamare.org/contatti
Percorso: Piazza Bologni, Piazzetta Sette Fate, mercato di Ballarò, Torre di San Nicolò, Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio o Martorana, Genio del Garraffo, Palazzo Mirto
Punto di raduno: Piazza Bologni
A Palermo ci furono i re, gli ammiragli, e i geni governavano la città, vi erano le carrozze e le fate, racconti che si intrecciano passeggiando per il centro storico e che verranno narrati visitando alcuni luoghi suggestivi della città.
Inoltrandoci, tra i vicoli, raggiungeremo Piazzetta Sette Fate, adiacente a piazza Santa Chiara, possiamo vedere, in uno slargo in mezzo ai palazzi, una torre d’acqua. In questo punto la storia si accosta alla leggenda, infatti il Pitrè ci fa sapere che ogni notte apparissero sette splendide fate, rapissero per alcune ore i passanti portandoli in luoghi fantastici, all\\\’alba, dopo aver danzato e cantato, le fate riportavano i mortali nel cortile e magicamente sparivano.
Animato dall’antichissima presenza dello storico mercato di Ballarò, si caratterizza per le sue stradine, cortili e piazzette che raccontano una storia millenaria, percepibile dalla maestosa Torre di San Nicolò, un entusiasmante colpo d’occhio attraverso il quale osservare l’antico nucleo della città.
Visiteremo un prezioso gioiello architettonico della città, appartenuto all’ammiraglio Giorgio d’Antiochia, la Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio o Martorana, magnifico monumento dell’arte arabo normanna, riformulata nei secoli dai maggiori artisti del panorama culturale siciliano, tra i quali Guglielmo Borremans. Le suore della Martorana sono note per avere inventato una delle specialità dolciarie più famose di Palermo: la pasta Riali (reale), di mennule (di mandorla) o più comunemente chiamata, appunto, Pasta di Martorana.
Una tradizione orale ricorda un aneddoto curioso e molto interessante. Nel giugno 1537 Carlo V visitò il giardino del monastero, ricco di alberi di aranci di cui le “nobili signore” andavano fiere, ma che, visto il periodo, erano sprovvisti di frutta. Pertanto le monache, per dare l’idea di un giardino curato, realizzarono con la pasta di mandorle, “succose” arance e frutta di varia stagione, che colorata e appesa agli alberi del chiostro del loro monastero dava al giardino un effetto più vistoso e bello.
Santa Rosalia è la patrona di Palermo, ma un altro patrono, a volte meno conosciuto proteggeva la città: il Genio di Palermo, presente in diverse piazze e luoghi della città. Genio del Garraffo, detto in siciliano Palermu lu grandi (Palermo il grande) per distinguerlo da quello più piccolo di Palazzo Pretorio. La scultura fu realizzata da Pietro de Bonitat alla fine del XV secolo. Si trova alla Vucciria, nella nicchia centrale dell\\\’edicola realizzata da Paolo Amato nel XVII secolo.
Il percorso terminerà a Palazzo Mirto, un meraviglioso museo, e si offre ai visitatori come un prezioso informatore sul “modus vivendi” cioè le abitudini e lo stile di vita della nobiltà del tempo. Il percorso inizia dai corpi bassi dell’edificio, usati solitamente come servizi, dove erano allocate le scuderie, le rimesse per le carrozze, le cucine, i magazzini per le derrate alimentari ed altri locali destinati a depositi per la conservazione di paglia e fieno. Ma la parte più affascinante del piano terra è sicuramente la “cavallerizza”. Collezioni archeologiche, salottini cinesi, passaggi segreti e la storia del Monsù, rendono il palazzo un affascinante sito ricco di storie della città.
Costo: € 10, minimo 25 studenti (guida turistica locale abilitata, auricolari e ticket monumenti)