i Proponiamo questo tour a Palermo nella nostra offerta scolastica, su prenotazione
INFO: Dott. ssa Rosalia Ceruso 320.7672134 | www.terradamare.org/contatti
Percorso: Palazzo Asmundo, Complesso Monumentale di Santa Chiara (chiesa e mura puniche), Torre di San Nicolò, mercato di Ballarò/ Chiesa del Carmine Maggiore
Punto di raduno: Ingresso Palazzo Asmundo, via Pietro Novelli 3
Un monumento, una chiesa, una piazza, un museo hanno un ruolo determinante nel trasmettere conoscenza. La storia di ognuno di essi è fatta, non solo da dati storici, elementi fondamentali per la comprensione di un bene culturale, ma anche da tutte quelle connessioni umane e artistiche che quel determinato bene, in maniera altrettanto inevitabile crea. Il museo di Palazzo Asmundo con la sua complessa e variegata collezione oggi ci permette di raccontare diverse storie.
La costruzione di Palazzo Asmundo risale al 1615. Venne iniziata da un certo dottor Baliano sull’antica “strada del Cassaro” (odierno Corso Vittorio Emanuele), dopo l’allargamento e la rettifica avvenuta nel 1567, per volontà del viceré Garcia De Toledo. Solo nel 1767 l’edificio fu ultimato. “Compita videsi la nobile casa del cassaro di Giuseppe Asmondo”: così dice il marchese di Villabianca ne “Il Palermo d’oggigiorno”.
L’edificio con le sue malte, gli stucchi di scuola serpottiana, gli scuri Veneziani e le porte Barocche, gli affreschi con allegorie di Gioacchino Martorana, l’alcova settecentesca con i suoi putti, i suoi tralci e le tortore che intrecciano il nido d’amore, rappresenta un vero e proprio scrigno d’arte rendendo ancora più preziose “le sue collezioni”: i quadri, le cassapanche maritali del XVI e XVII secolo ivi esposte in permanenza; nonché le ceramiche siciliane, i mattoni di censo, devozionali ecc.; le porcellane napoletane, francesi, ecc.; i rotoli, i vasi, i ventagli, i ricami, le armi bianche e da fuoco, la copiosa documentazione cartografica e numismatica che arricchiscono volta per volta le esposizioni, ripropongono quella “Palermo Felicissima” tanto menzionata da libri e riviste antiche e moderne e tanto osannata dai “viaggiatori” di allora. Continuando il percorso lungo il Cassaro, attuale Corso Vittorio Emanuele, si giunge all’Albergheria. Il mandamento era protetto da una Santa patrona le cui effige furono poste ai quattro cantoni di piazzaVigliena: l’Albergheria aveva Santa Cristina, la Loggia Santa Ninfa, la Kalsa Sant’Agata, il Seralcadio Sant’Oliva.
Cuore pulsante dell’Albergheria è oggi il mercato storico di Ballarò. Il percorso continua all’interno del Complesso Monumentale di Santa Chiara, chiesa barocca (1678), luogo simbolo dell’attività salesiana all’interno nel quale vengono svolte le attività rivolte in particolare ai migranti dell’associazione Santa Chiara, nata per volontà dei salesiani e dei collaboratori dell’opera“Santa Chiara” di Palermo nel 1995. Sorto come convento di clausura nel XIV secolo, viene riconfigurato durante i secoli, conservando ancora suggestive tracce storico artistiche, tra cui anche un vasto brano di mura puniche all’interno del teatro salesiano, databili tra il V ed il VI secolo a. C. risultano essere un’ulteriore testimonianza del complesso pluristratificato dell’antica Panormus.
Ogni mercato è sempre stato il simbolo del dialogo tra le diverse culture presenti a Palermo e, ancora oggi, con il Centro Santa Chiara e le attività dei padri salesiani, il complesso monumentale di Santa Chiara continua a scrivere la sua storia. La chiesa di San Nicolò all’Albergheria è l’antica parrocchia del quartiere, situata nella parte a monte di piazza Ballarò.
Salendo sulla torre di San Nicolò si scopre il più bel panorama della città vecchia, monumento significativo dal quale è possibile ammirare tutto il centro storico dall’alto: il luogo ideale dove la maestà di ieri e l’irruenza di oggi si congiungono meravigliosamente. Attraversando il mercato di Ballarò si giunge a piazza Carmine, un grande allargamento irregolare, dominato dal grande cupolone simbolo della sfarzosa chiesa barocca e dall’annesso convento della chiesa del Carmine Maggiore. La cupola è la più bella in assoluto a Palermo, visibile da ogni parte della città antica si impone allo sguardo dello spettatore. una chiesa barocca annessa ad un convento.
La costruzione originaria risale al XIII secolo, voluta dai Carmelitani, che giunsero a Palermo nel XII secolo, ancora prima che giungessero i Padri Gesuiti. La chiesa originaria nel 1626 fu abbattuta e ricostruita tra il 1627 e il 1667 su progetto di Mariano Smiriglio, architetto del Senato palermitano. La facciata fu rifatta nel 1814.
Domina su tutto il mercato lo splendido cupolone,simbolo della sfarzosa chiesa barocca e dell’annesso convento, decorato esternamente da stucchi (cosa insolita per una struttura esterna esposta a tutte le intemperie) tra i quali spiccano quattro telamoni che intervallano dei grandi finestroni; la loro presenza è a sostegno della calotta, che culmina con il lanternino, ingentilita da maioliche palermitane smaltate di color verde e nero, colori dello stemma dei Carmelitani. Al suo interno splendide opere del Serpotta, del Gagini e del Novelli.