La porta cittadina che collega il Cassaro al mare di Palermo
di Gloria Bontempo
In fondo all’articolo, la galleria di foto della vista dalla terrazza di Porta Felice, di Vincenzo Russo
Nel 1581 il Vicerè Marcantonio Colonna decise di prolungare fino al mare il Cassaro – l’attuale Via Vittorio Emanuele – ed essendo il principale asse viario della città, volle aprire una nuova porta che garantisse una prospettiva della città dal mare, così venne realizzata Porta Felice.
Venne battezzata con questo nome in riferimento alla moglie dello stesso vicerè, Donna Felice Orsini, ma i lavori della struttura iniziarono solo un ventennio più avanti, intorno ai primi anni del 1600, e il progetto venne realizzato dall’architetto Mariano Smiriglio. Ancora una volta la costruzione dell’opera ritardò, così, alla morte dell’architetto i lavori vennero affidati a Pietro Novelli e Vincenzo Tedeschi, i quali apportarono delle modifiche al progetto originale.
Il lato esterno di Porta Felice
La struttura si presenta diversa anche da Porta Nuova, posta all\\\’altra estremità del Cassaro. Porta Felice manca di fornice, di conseguenza è costituita essenzialmente da due grandi piloni, la parte esterna, che richiama allo stile Barocco, è rivestita di marmi. Al primo ordine vi è la presenza di due fontane aggiunte nella prima metà del XVII secolo, mentre al secondo si trovano due nicchie contenenti due statue e delimitate da colonne reggenti architravi, infine al terzo ordine ci sono delle balconate caratterizzate da volute di raccordo e da due grandi aquile coronate reggenti gli stemmi reali, mentre ai lati esterni della terrazza si stagliano due statue, una Santa Ninfa e l’altra Santa Cristina.
Il lato interno di Porta Felice
Riflette quello che è il gusto Manierista, anche questo prospetto è scandito in tre ordini, al primo si trova la porta di ingresso, al secondo un balcone con a lato una finestra, mentre al terzo ordine, come all’esterno, una balconata caratterizzata da volute di raccordo.
Si tratta di una decorazione molto più semplice rispetto a quello che è il lato che prospetta sul mare.
Vi sono diverse leggende sulla mancanza del fornice che collega i due piloni, come quella che fa riferimento alla necessità di consentire il passaggio del maestoso carro di Santa Rosalia, anche se la prima processione con il carro è postuma alla realizzazione di Porta Felice, siamo infatti alla fine del XVII secolo, intorno al 1685.
Con i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, il pilone destro venne quasi interamente distrutto, ma grazie a un accurato restauro si riuscì a riportarlo quasi completamente a quello che era un tempo. Subì notevoli danni anche la “Fontana del cavallo marino”, sita nella Piazzetta del Santo Spirito, lato interno della porta, realizzata da Ignazio Marabitti, uno dei maggiori artisti siciliani del XVIII secolo, che inizialmente si trovava nel giardino del Palazzo Ajutamicristo, ma anche essa venne restaurata.
Oggi, al suo interno, si trovano gli uffici del Nucleo tutela del patrimonio artistico della polizia municipale di Palermo.
Porta Felice può essere visitata durante il nostro itinerario turistico a Palermo:
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