Uno dei più affascinanti siti arabo normanni, Costruita nel 1132 grazie a Re Ruggero, Palermo si mostrava come un paradiso terrestre
Quando i normanni giunsero a Palermo, con l’entrata trionfale condotta da Ruggero I e Roberto il Guiscardo, diedero vita a quel sincretismo culturale che ancora oggi caratterizza Palermo, denominata successivamente come arabo normanna o normanna sicula.
Centro di commercio e incontro di popolazioni, Palermo si mostrava come un paradiso terrestre ed è grazie a re Ruggero, che nel 1132, poco distante dal Palazzo reale, fu costruita un’abbazia che fu dedicata a San Giovanni, secondo altri storici, nello stesso posto sorgeva il monastero di Sant’Ermete, fondato nel 581 da San Gregorio Magno.
Un luogo, dunque, ricco di stratificazioni, con un’evidente vocazione sacra.
Tra il 1130 e il 1148, il sito fu affidato ai monaci benedettini, la sua importanza crebbe quando il sovrano conferì all’abate il titolo di primo cappellano della Cappella reale.
Nel 1880 vi fu un intervento condotto dall’architetto Giuseppe Patricolo, che lo liberò da una costruzione cinquecentesca che lo nascondeva nella sua stereometria solida e pura, proprio in quest’occasione fu individuato il precedente sito islamico che comprendeva una sala rettangolare. In epoca normanna, tale spazio, diviso in due navate, che convive con una parte architettonica della chiesa stessa, fu usato come cimitero per i nobili di corte.
L’interno è spoglio, senza alcuna decorazione, con la navata centrale suddivisa dal transetto da un imponente arco ogivale. Vi sono tutte le caratteristiche più tipiche di questa tipologia edilizia, con una pianta mistilinea a forma di T, in particolar modo, le absidi semicircolari, di cui solo quella centrale sporgente, vi sono le cinque cupole di forte impatto simbolico e trascendentale, raccordate attraverso l’utilizzo di nicchie e archi.
Le mura sono caratterizzate da conci squadrati, solo le monofore dello svettante campanile hanno archi con ghiere, leggermente scalate.
La zona occupata da quello che oggi è uno dei più affascinanti siti arabo normanni, patrimonio Unesco, si caratterizzava per la presenza di giardini e orti rigogliosi, grazie alla presenza del fiume Kemonia.
Ma l’attuale configurazione del giardino è ascrivibile all’azione del Municipio, che nel 1874, vi introdusse alcune piante esotiche, ulivi, nespoli, agrumi, oggi, delimitato da piccoli vialetti e aiuole irregolari, che sfruttano l’irregolarità del terreno stesso.
Proprio uscendo dal silenzio e dal raccoglimento della struttura muraria, ci si immerge nella bellezza del chiostro, costituito da colonnine binate e arcate a sesto acuto e che, in parte, anticipa la meraviglia monumentale del chiostro di Monreale, esemplificando quell’unione tra natura e architettura, densa di significato e osmotiche valenze, che le cultura passate hanno lasciato a Palermo.