Itinerario turistico \\\”Zisa . Natura Normanna\\\”
Percorso: visite al Castello della Zisa e alla Chiesa della Santissima Trinità
Domenica 5 aprile 2020 ore 10:00 | Durata circa 2 ore – costo € 12
Prenotazione obbligatoria: 3298765958 – 3207672134 – eventi@terradamare.org – www.terradamare.org/infoline
Evento facebook: www.facebook.com/events/606833646562457
Una passeggiata nell\\\’epoca normanna palermitana, tra maestranze e bellezza, fino al centro del \\\”Paradiso della terra\\\”, dove sorge il Castello della Zisa, la splendida.
La nostra passeggiata inizia dalla Chiesa della Santissima Trinità, un piccolo tesoro, probabile cappella palatina della Zisa, nascosta dalle strade adiacenti, in cui si può ancora osservare la geometrica purezza dell\\\’architettura, rispecchiando appieno il sincretismo culturale dell’età normanna.
Dalle sue finestre, percorrendo le scale che conducono ai piani superiori, sono evidenti le varie trasformazioni subite, divenendo, in epoca moderna, anche un deposito.
Riscoprirla, significa riconnettere i due siti vicini, chiesa e la più celebre dimora, l’antico “Castello della Zisa”, significativa opera di carattere islamico-normanno a Palermo.
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I normanni, infatti, subentrati agli arabi nella dominazione dell’isola, furono fortemente attratti dalla cultura dei loro predecessori e, in una suggestiva commistione di maestranze e bellezza, realizzarono una residenza estiva, che tra l\\\’altro, si caratterizzava per geniali accorgimenti architettonici, per ottenere una perfetta condizione di ventilazione naturale.Essa sorgeva all\\\’interno del parco reale del Jannat al-ard ,“il Giardino o Paradiso della terra”,circondato da giardini e frutteti e caratterizzato dall\\\’abbondante presenza delle acque, che permettevano di creare un confortevole ambiente.
Nel 1165, sotto il regno di Guglielmo I, in luogo deputato al riposo, iniziò a sorgere uno spazio quasi fiabesco, tra l\\\’avvolgente presenza del verde assieme a quella dell\\\’acqua, incorniciato dalla meravigliosa “sala della fontana”, in cui, ancora oggi, sono ravvisabili i famosi “diavoli della Zisa”.
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Foto di copertina: Vincenzo Russo