Il Complesso Monumentale di Santa Maria dello Spasimo: la chiesa sconsacrata, famosa per la sua navata centrale a cielo aperto, teatro pubblico della città
di Gloria Bontempo
In fondo all\\\’articolo, la galleria di foto del complesso monumentale di Santa Maria dello Spasimo di Vincenzo Russo
In uno dei più antichi quartieri della città “al Halisah”, ovvero la Kalsa, si trova il complesso monumentale di Santa Maria dello Spasimo, nota anche come “Lo Spasimo”, la cui bellezza architettonica è amplificata in particolar modo dalla mancanza della copertura.
Venne commissionata nella prima metà del XVI secolo da Jacopo de Basilico, giureconsulto messinese, in seguito a un viaggio in Terra Santa con il fine di rispettare le volontà testamentarie della moglie defunta, che voleva erigere una chiesa dedicata allo spasimo di Maria.
I lavori della fabbrica vennero affidati ad Antonio Belguardo, uno dei più importanti protagonisti del panorama architettonico palermitano del primo Cinquecento, in seguito all’autorizzazione della costruzione, mediante una Bolla di Papa Giulio II nel 1509, anche se l’ambizioso progetto originario non fu mai portato a termine; i caratteri architettonici riflettono il gusto gotico- settentrionale con elementi di importazione catalana, come si denota dall’abside poligonale con copertura stellare e costoloni con chiavi pendule, il coro con archi ogivali e un’ampia crociera, la presenza di monofore archiacute e infine lo sviluppo verticale dell’intero impianto basilicale articolato in tre navate.
L’aspetto che la rende affascinante è la navata centrale a cielo aperto, come a voler mettere in comunicazione la rappresentazione dei due luoghi, quello sacro e quello terrestre, anche se molto probabilmente alla fine del Settecento presentava una copertura lignea, seppur non in buone condizioni. Le navate laterali presentano una copertura a crociera divisa in quattro campate e sono precedute da due ambienti quadrangolari.
Il complesso attraversò una serie di vicende che stravolsero la configurazione interna originaria della struttura, a partire dalla realizzazione di nuove fabbriche di fortificazione realizzate a Palermo, che comportò la costruzione di cinte murarie e bastionate, tra cui alcune che interessavano proprio l’area del convento dello Spasimo, ciò infatti portò all’abbattimento di chiostri e stanze fin quando alla fine del 1570 i monaci furono costretti ad abbandonare il complesso abaziale. La struttura passò così a essere proprietà del Senato della città divenendo un “ teatro pubblico”, tanto che vi si tennero numerose rappresentazioni, tra cui anche l’Aminta di Torquato Tasso. All’inizio del XVII secolo molti locali della struttura vennero impiegati come magazzini di cereali e durante il periodo della peste addirittura come lazzaretto; terremoti e alluvioni contribuirono ad accentuare ulteriormente i danni provocati già in passato alla struttura facendola cadere nell’oblio fino ai primi lavori di ristrutturazione iniziati alla fine del 1980.
In origine essa ospitava opere d’arte di alto valore, come il quadro “Andata al Calvario” conosciuto anche con “Lo Spasimo di Sicilia” che lo stesso de Basilico aveva commissionato a Raffaello e collocata nella cappella Basilico, ormai perduta, in una edicola marmorea realizzata all’inizio del XVI secolo da Antonello Gagini; lo stesso Giorgio Vasari, noto storico dell’Arte del Cinquecento, la descrive ampiamente raccontando anche le vicende incredibili che seguirono il viaggio dell’opera fino a Palermo. Tema centrale è il dolore della Vergine che assiste alle sofferenze di Cristo sulla via del Calvario, infatti Raffaello si concentra sullo scambio drammatico degli sguardi e dei gesti tra i due personaggi, dove i colori, il trepido dinamismo ed i giochi di luci si legano all’emblematico realismo della resa espressiva, fortemente rappresentativo dello stile dell’artista negli ultimi anni della sua vita. Oggi il dipinto si trova al Museo del Prado a Madrid dal 1857 , dopo che, già in Spagna, venne trasferito a Parigi durante il periodo napoleonico come bottino di guerra.
Attualmente la chiesa, oramai sconsacrata, ricopre quel ruolo di “teatro pubblico” della c ittà che aveva già svolto in passato, in quanto sede di numerose manifestazioni e spettacoli pubblici.
La chiesa di Santa Maria dello Spasimo può essere visitata durante il nostro itinerario turistico a Palermo:
PALERMO DI CARTA (da piazza Marina a piazza Bellini)
foto del complesso monumentale di Santa Maria dello Spasimo di Vincenzo Russo